MARCELLO LONZI

 

 

28 MARZO 2010
La madre di Marcello Lonzi, il giovane morto nel carcere di Livorno l'11 luglio del 2003 e sul cui corpo erano evidenti vistosi segni da trauma, ha presentato «opposizione alla richiesta di archiviazione proposta dalla Procura». Lo ha detto l'avvocato Matteo Dinelli che tutela gli interessi della famiglia. «Riteniamo che su questa vicenda servano ulteriori approfondimenti - spiega il legale - perché nelle indagini condotte finora ci sono ancora vuoti investigativi che vanno colmati. In particolare, chiediamo al giudice per le indagini preliminari di ordinare nuovi accertamenti di carattere medico-legale, ma anche di carattere testimoniale. E' francamente poco credibile che le vaste ferite e lesioni presenti sul corpo di Marcello siano state procurate dalla caduta dal letto della cella in conseguenza di un infarto». I consulenti della procura, infatti, sono giunti alla conclusione che la causa della morte è da attribuirsi alle patologie cardiache del detenuto mentre le sue fratture sterno-costali sarebbero dovute alle manovre rianimatorie tentate su Lonzi ormai agonizzante.







A 6 ANNI DALLA SUA MORTE PUBBLICHIAMO UN ARTICOLO DI MARIA ED UN BREVE RIASSUNTO DELLA STORIA CHE HA COINVOLTO MARCELLINO.

 

22 MARZO 2010
COMUNICATO DI MARIA CIUFFI SULL’ARCHIVIAZIONE DEL CASO DEL FIGLIO, MARCELLO LONZI
Con queste poche righe intendo innanzitutto esprimere tutta la mia più sentita solidarietà alla famiglia di Stefano Cucchi per il vergognoso trattamento riservatogli dallo stato: seppellire il corpo di Stefano senza avvertire i familiari mi ha ricordato quando a me non permisero di vedere Marcello, già sotto autopsia. Questa totale mancanza di sensibilità e rispetto per il dolore di chi ha visto morire in quel modo un figlio o un fratello lascia senza parole.
Per quanto riguarda l’archiviazione decisa dal pm Giaconi sul caso di Marcello, intendo ribadire che non mi fermerò nella mia lotta per avere verità e giustizia: infatti, in accordo col mio avvocato, ho deciso di presentare il caso di Marcello alla Corte dei diritti umani di Strasburgo. Insomma: non mi arrendo.
Inoltre voglio denunciare il modo a mio avviso assurdo in cui sono state condotte le indagini da parte della Procura di Livorno: infatti dai fogli dell’archiviazione emerge come i pm abbiano concentrato la loro attenzione su di me e i rapporti con mio figlio. Questo fatto mi sembra assurdo e inspiegabile: cosa centra il rapporto tra me e Marcello con le violenze subite da mio figlio nel carcere Le Sughere? Non posso avere fiducia in una Procura che si comporta in questo modo: anche per questo ho deciso di andare a Strasburgo.
In conclusione voglio nuovamente rivendicare il mio diritto ad avere giustizia per la morte di Marcello, come da quasi sette anni continuo con forza a chiedere: credo che un vero processo che porti alla luce ciò che è avvenuto quell’11 Luglio 2003 sia il minimo che spetti a chi si vede strappare in un modo così atroce un figlio.
Maria Ciuffi



Livorno, 19 marzo 2010 - Si è conclusa con una nuova richiesta di archiviazione della Procura al giudice delle indagini preliminari la seconda indagine sulla morte di Marcello Lonzi, il giovane detenuto morto nel carcere delle Sughere l’11 luglio del 2003. Il pm Antonio Giaconi ha chiesto l’archiviazione per l’ex compagno di cella, accusato di omicidio preterintenzionale, e due agenti della polizia penitenziaria indagati per omessa vigilanza. Sarà il giudice delle udienze preliminari a dover stabilire se accogliere la richiesta della Procura o se ordinare un supplemento investigativo. L’udienza è in calendario per le prossime settimane.
 

"Non voglio più avere a che fare con la Procura di Livorno. Ma non mi fermerò qui": è arrabbiata ed indignata Maria Ciuffi, la madre di Marcello Lonzi che da oltre 7 anni e mezzo si batte per ottenere giustizia e ha sempre ipotizzato che la morte del figlio non sia stata per cause naturali, ma sarebbe stata causata da un pestaggio avvenuto in carcere. Una tesi che, secondo gli accertamenti della Procura, non trova alcun riscontro. Afferma ancora la Ciuffi: "Non mi fermerò qui. Ho chiesto al mio avvocato di andare a ritirare tutti i fogli. E poi deciderò. Voglio sapere l’ora precisa in cui è morto mio figlio. E voglio sapere come mai nella richiesta di archiviazione, sono 19 pagine, mancano le dichiarazioni di un ex detenuto che ha riferito alla Procura che la mattina dell’11 luglio del 2003 mio figlio si era preso con degli agenti della polizia penitenziaria".Come dire che la battaglia continuerà. Maria Ciuffi aveva già annunciato nelle settimane scorse che se la Procura avesse archiviato si sarebbe rivolta insieme con il suo legale Matteo Dinelli alla Corte Europea di Strasburgo. La battaglia di Maria Ciuffi non si fermerà. Intanto la radicale Irene Testa appena appresa la notizia della possibile archiviazione dell’indagine sulla morte di Marcello Lonzi ha cominciato a Roma lo sciopero della fame.
 di Maria Nudi




A 6 ANNI DALLA SUA MORTE PUBBLICHIAMO UN ARTICOLO DI MARIA ED UN BREVE RIASSUNTO DELLA STORIA CHE HA COINVOLTO MARCELLINO.
Purtroppo vengo a sapere solo adesso che il venerdì non è un giorno lavorativo al Parlamento, quindi mi recherò in Piazza Montecitorio giovedì 12 novembre dalle 9.00 in poi.

Sono Maria Ciuffi, la mamma di Marcello Lonzi.

Mio figlio è morto a 29 anni nel carcere di Livorno l'11 luglio del 2003. Dopo il decesso il corpo di Marcello presentava numerose ferite ed ecchimosi come è facile constatare dalle fotografie facilmente reperibili su internet. Nonostante questo il referto dell'autopsia indicava che mio figlio era morto per "cause naturali".

In questi sei anni e mezzo ho tentato di tutto per sapere finalmente la verità sulla morte di Marcello, ma ad oggi non c'è ancora nessun indagato. Dopo il caso di Stefano Cuc chi, che presenta numerose analogie con quello di mio figlio, ho inviato una lettera al ministro Alfano per chiedere che oltre al caso di Stefano si occupi anche della morte di Marcello e di tutte le altre morti 'sospette', ma non ho ricevuto nessuna risposta.

Per questo giovedì 12 novembre mi recherò a Roma davanti al Parlamento, dalle 9.00 in poi, per mostrare le foto di Marcello per chiedere se è possibile che un ragazzo ridotto in quelle condizioni possa essere morto per "cause naturali" e che finalmente, dopo sei anni e mezzo di lotte e di battaglie, sia fatta luce sulla morte di mio figlio visto che a breve si prospetta l'ennesima richiesta di archiviazione del caso.

Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini e mi hanno sostenuto in questi anni e mi auguro che possano essere al mio fianco anche giovedì.

Maria Ciuffi

 

 

L'11 LUGLIO 2003 MARCELLO LONZI E' MORTO NEL CARCERE "LE SUGHERE" DI LIVORNO. UFFICIALMENTE PER UN MALORE. DA ALLORA MARIA CIUFFI, LA MAMMA DI MARCELLINO, SI E' SEMPRE BATTUTA CONTRO QUESTA VERSIONE DA LEI RITENUTA INVEROSIMILE.
DI SEGUITO SI PUO' VEDERE LA PERIZIA TECNICA EFFETTUATA DAL MEDICO DI PARTE DI MARIA,  DOTT.MARCO SALVI DI MEDICINA LEGALE DI GENOVA.
LA PERIZIA SCONFESSA QUANTO ACCERTATO NELLA PRIMA PERIZIA DAL DOTT.BASSI LUCIANI.
SUCCESSIVAMENTE SONO ALLEGATE ALTRE FOTO FORNITE DALLE ISTITUZIONI DI POLIZIA E DISPONIBILI SU DIVERSI SITI. SONO PARTICOLARMENTE "FORTI".
DA ANNI STIAMO ACCANTO A MARIA ORGANIZZANDO RACCOLTE FONDI ED INIZIATIVE IN SUO SOSTEGNO.
NON PIU' TARDI DELLA SETTIMANA SCORSA ANCHE LA SOCIETA' A.S. LIVORNO CALCIO HA MESSO ALL'ASTA SU EBAY LA MAGLIA DI ALEANDRO ROSI FIRMATA DA TUTTI I CALCIATORI ED IL RACCOLTO VERRA' DEVOLUTO A MARIA PER IL PAGAMENTO DELLE SPESE LEGALI.
MARIA INFATTI NON LAVORA E LE SUE BATTAGLIE PER LA VERITA' E LA GIUSTIZIA SONO SOSTENUTE ESCLUSIVAMENTE CON LA SOLIDARIETA' CHE LE E' STATA OFFERTA.





DI SEGUITO IL VOLANTINO DELLA CENA SVOLTASI IL 23 AGOSTO 2007 IN LOCALITA' "LA PINETINA" DI RIOTORTO (LI).

Sono trascorsi 4 anni da quando Marcello Lonzi, 29 anni, morì in circostanze tutte da chiarire nel carcere livornese delle "Sughere".

"Morte naturale" sentenziò la Procura di Livorno, il corpo seppellito in fretta, la madre Maria Ciuffi avvisata solo dopo 12 ore dalla morte di quell’unico figlio, condannato a 6 mesi di carcere per tentato furto (in realtà ballava un po’ alticcio all’interno di un cantiere edile!).

Solo alcuni giorni dopo la madre vide alcune istantanee del corpo di Marcello scattate dal medico legale chiamato nel penitenziario. Quelle foto le confermarono i dubbi affiorati alla vista del viso di suo figlio prima della veloce sepoltura: il corpo giaceva in una pozza di sangue, una profonda ferita alla fronte, ecchimosi sul dorso e in altre parti del corpo, macchie di sangue nel corridoio e non solo nella cella dove sarebbe avvenuto il "malore".

Inoltre numerose inesattezze e contraddizioni nella versione riferita dalle guardie.

Marcello era un ragazzo sano e robusto, mai aveva sofferto di cuore, "radio carcere" riferiva di un pestaggio subìto da Marcello da parte degli agenti di custodia, forse aveva dato fastidio.

Da allora una lunga, costosa e spesso frustrante lotta della madre, supportata da amici e compagni, per ottenere verità e giustizia. Solo nel marzo di quest’anno, dopo lungaggini e ostacoli di ogni tipo, è stata riesumata la salma di Marcello ed una nuova perizia ha messo in luce ciò che si sospettava: 8 costole rotte, un polso fratturato ed altre evidenti tracce che il perito di parte imputerebbe a percosse subite.

Non è escluso che il "caso Lonzi", frettolosamente archiviato dall’allora Procuratore della Repubblica dott. Pennisi, venga ora riaperto dall’attuale Procuratore.

Maria è sola e percepisce una pensione di 250 euro mensili.

Crediamo sia importante sostenere la sua battaglia per avere verità e giustizia per suo figlio, ma anche per evitare che altre morti violente causate da "operatori di giustizia" siano coperte dalla solita formula: "arresto cardiocircolatorio" o "cardiorespiratorio".

Per contribuire alle spese legali di Maria, il Centro di Solidarietà Internazionalista Alta Maremma invita tutte/i alla cena sociale che si terrà Giovedì 23 agosto alle ore 20:00 alla Pinetina di Riotorto (LI). Prezzo 15 euro.

La cena e le spese di organizzazione e gestione saranno sostenute dal Centro di Solidarietà Internazionalista Alta Maremma;

 

il contributo della serata sarà totalmente devoluto a Maria, che ha assicurato la sua presenza.

Non essendo attivo un servizio di ristorante, la cena sarà esclusivamente su prenotazione, chiamando il 339-5001336 entro lunedì 20 agosto. Si richiede la massima serietà (ovvero, chi prenota deve mantenere l’impegno preso).

Durante la serata sarà proiettato il film:

 

" O.P.- L’ordine pubblico durante il G8", realizzato nel 2007 dalla segreteria del Genoa Legal Forum.

 

CENTRO DI SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALISTA ALTA MAREMMA



CHE VERGOGNA!



Sono Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi e voglio fare questo appello prima del racconto della giornata di ieri in Procura di Livorno. Credo che con la nostra presenza al presidio di sabato 11 luglio 2009 dalle ore 17 alle ore 21, dove ricorderemo a 6 anni esatti la morte di Marcello per mani dei secondini, davanti al carcere delle Sughere di Livorno, anche dedicandogli un concerto fino alle ore 21, dobbiamo sottolineare che la verità sull'assassinio di Marcello non può essere fraintesa o nascosta con mezze verità e non capisco le difficoltà a chiudere l'indagine quando tutto è rintracc iabile: gli orari di servizio, la presenza del personale, le dichiarazioni dei detenuti, i cambiamenti accomodanti dell'ora esatta della morte di Marcello, le coperture rivelatesi ambigue ed inconsistenti della direzione del carcere ed infine lo scandaloso referto medico-legale di infarto o stress.

 

I colpevoli sono certamente individuabili ma nessuno li vuole incolpare. "non ho fiducia
nella giustizia che vede con gli occhi dello stato" Ciao a tutti all'11 luglio alle ore 17 davanti al carcere di Livorno.

Questo è un resoconto dell'incontro in Procura del l'8 luglio 2009. "Sono stata 50 minuti nell'ufficio del Procuratore capo della Procura di Livorno Dott. De Leo, per avere notizie
relative agli ultimi sviluppi dell'inchiesta sulla morte di Marcello. Dopo una chiacchierata -incontro sull'inchiesta in generale ho chiesto certezze relative all'individuazione dei colpevoli della morte di mio figlio e lo smascheramento delle coperture istituzionali dei colpevoli. Alla mia determinazione nel sospetto di forti perplessità sulla paura di toccare i colpevoli, cioè i secondini, riferendomi anche alla morte di Aldrovandi, abbiamo parlato anche del fatto che per i suoi genitori si siano comunque individuati dei colpevoli, il dott. De Leo ha annuito con la testa. A questo punto io ho proprio detto: "non è che c'è qualcuno che ha paura dei secondini?" Il dott. De Leo mi ha risposto " Io no, non ho paura della polizia penitenziaria ".

 

 Io ho ribadito le mie perplessità relative alla lungaggine pretestuosa dell'indagine che non è, ad oggi dopo 6 anni dalla morte di Marcello, arrivata a nessun risultato. Nonostante che le foto del suo corpo martoriato parlino molto chiaramente delle cause reali che hanno provocato la sua morte. Il dott. De Leo comprendeva le mie perplessità ma ribadiva le vie ed i tempi dell'inchiesta che forse chiuder à a dicembre dopo aver acquisito la consulenza medico legale richiesta, che è basata sull'esame delle fotografie.

Dovrebbe essere facile!. Vi faccio un riassunto del percorso relativo alle consulenze medico-legali dell'inchiesta. Il dott. Bassi Luciani Alessandro ha effettuato la prima autopsia richiesta dal dott. Pennisi Roberto della Procura di Livorno che fece scattare l'archiviazione visto il referto di morte naturale per infarto o stress, con il riscontro di 2 costole rotte. Alla riesumazione della salma il Prof. De Ferraris di Brescia, nominato dalla Procura di Livorno dal Dott. Giaconi e il dott. Marco Salvi di mia nomina riscontrarono 8 costole rotte ed altre gravi incongruenze con il primo referto medicolegale.
Mi domando a cosa può servire questa nuova consulenza basata sulle fotografie che tra
l'altro parlano da sole anche a chi non sa niente di infarto o stress. Fotografie che parlano di un
corpo martor iato e pestato a sangue fino alla sopraggiunta morte. A questo proposito riporto anche questa mia diretta testimonianza. Ero presente alla testimonianza di un allora detenuto nella sezione dove è successo il fatto alle Sughere. La sua dichiarazione afferma che tra le 15,30 e le 17 i secondini hanno chiuso i blindati (I portoni delle celle) e nella sezione si sentivano voci sconosciute e rumori distinti di tramestii e passi veloci che facevano intuire , meglio capire, che stava succedendo qualcosa di grave a qualche detenuto della sezione. Solo l'indomani mattina del 12 vennero a sapere della morte di mio figlio.

 

In quella occasione il dott. Giaconi immediatamente mi ha fatto entrare nella stanza e il testimone dopo la lettura con me presente ha confermato tutto
firmandola e il dott. Giaconi ha aggiunto " A questo punto entra la signora Maria Ciuffi " Anch'io apponevo la mia firma sul verbale. Se si procedesse con la logica dei risco ntri processuali le vere   cause e i veri colpevoli dell'omicidio di Marcello avrebbero già un nome e anche un cognome. Che vergogna! Quando la verità indica quello che succede all'interno di una istituzione come il carcere non la si vuole ammettere!
Ciao a tutti i solidali.

Maria Ciuffi.

Maria Ciuffi
 
Perchè il ricordo di Marcello Lonzi, ucciso 6 anni fa dai secondini durante un pestaggio selvaggio nel carcere "Le Sughere" di Livorno, non venga mai cancellato.

Perchè Marcello purtroppo non è stato e non sarà il solo.

Perchè sappiamo che lo stato uccide, per mano di polizia e carcerieri, nelle patrie galere e nelle nostre strade.

Perchè le vessazioni e le torture non vengono inflitte solo in luoghi lontani, ma anche nelle nostre "democratiche" città. Nell'indifferenza sta la macabra e scomoda realtà delle cose, a due passi dalle nostre case, dai nostri posti di lavoro, basta solo alzare finalmente la testa.

Perchè non rimarremo mai indifferenti e non ci volteremo mai dall'altra parte di fronte alle nefandezze e agli orrori che lo stato per il profitto e il mantenimento del proprio èpotere, elargisce a piene mani, ogni giorno, perchè sappiamo che lo stato non processerà mai se stesso e che la giustizia non si trova nei tribunali.

E la rabbia arderà sempre piu' nei nostri cuori, e la asolidarietà si fa arma.


A sei anni dall'11 luglio 2003 lo stato continua a difendere i suoi scagnozzi.

Per noi sin dal primo giorno gli assassini di Marcello hanno un nome: le guardie, il carcere, lo stato.
 
MARCELLO SI RICORDA, MARCELLO SI VENDICA!

SABATO 11 LUGLIO, ORE 17: PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE "LE SUGHERE"
 
Dalla mamma di Marcello:
 
Mio figlio e’ morto l’11 luglio nel 2003 nel carcere Le Sughere di Livorno.

Faceva molto caldo come oggi, ero li’ sola a combattere, o per meglio dire, cominciavo una battaglia piu’ grande e pericolosa di me.

Ricordo chiaramente che i secondini fecero di tutto per non farmi lasciare un mazzo di fiori li’, su quel piccolo spazio in un angolo  vicino al cancello del carcere. Erano in 5, una donna e 4 uomini, fu proprio lei, un’ ispettrice che guardandomi negli occhi mi disse

che non potevo lasciare lasciare li’ i fiori. Poi, vedendo la mia insistenza, mi chiese:"Signora, ma ha pagato la tassa al comune? Perche’ sta occupando un suolo pubblico!"

 

Non credevo a quelle parole, mio figlio era morto, lo avevano ucciso, ma per loro c’era
solo freddezza e indifferenza.

Oggi a distanza di 6 anni, grazie a voi tutti! alle persone che ho
conosciuto personalmente, ma un grazie particolare va a coloro che
sono venuti da lontano per starmi vicino nella mia battaglia per la verita’.
Senza voi tutti non so se sarei riuscita ad andare avanti, perche’ la
forza me l’avete trasmessa, di mio c’e’ che sono una che non molla.

Ci sono stati degli indagati, e siamo arrivati quasi al capolinea,
una battaglia che piano piano abbiamo percorso insieme, ed insieme
la dobbiamo vincere.
SABATO 11/7 DALLE ORE 17 SARO’ ANCORA DAVANTI
AL CARCERE PER RICORDARE L’ANNIVERSARIO DELLA
MORTE DI MIO FIGLIO MARCELLO. SPERO CHE SAREMO
IN TANTI.

UN ABBRACCIO FORTE E UN GRAZIE A TUTTI
MARIA CIUFFI





5 ottobre 2009
Da Maria Ciuffi, mamma di Marcello Lonzi

Nei prossimi dieci giorni verrà fatta una nuova perizia sulle foto del corpo di Marcello scattate poco dopo la morte.
La perizia verrà fatta dal medico legale Susanna Gamba di Pisa ed è fondamentale per non far archiviare il processo.
Servono naturalmente soldi (circa 1.200 euro), possibilmente a breve.

E' anche l'occasione per moltiplicare iniziative di controinformazione per la verità e la giustizia sulla morte di Marcello. E contro ogni carcere.

*PER AIUTARE LA MADRE DI MARCELLO

c/c postale 66865767 intestato a Maria Ciuffi causale: "spese medico-legali"*

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