DA "NO DAL MOLIN": CAVIE PER ESPERIMENTI ??????

Publié le par Centro di Solidarietà Internazionalista

Gli effetti di una esplosione nucleare? Testati sui cittadini.
 

«Il governo di Washington ha ammesso che per decenni i militari hanno portato a termine esperimenti di massa usando a loro insaputa centinaia di migliaia, forse milioni di cavie innocenti. Negli anni cinquanta e sessanta lo stato maggiore americano mandava intere divisioni di coscritti vicino a dove era scoppiata una bomba atomica per vedere “che effetto faceva”, per avere uno screening di massa sulle conseguenze delle radiazioni. Esperimenti sugli umani li avevano già compiuti i nazisti, sugli stranieri, sui propri prigionieri di guerra, sugli ebrei, sugli zingari. Ma, di nuovo, quella era una dittatura, anzi era la barbarie fatta regime. Qui no, qui è un governo democraticamente eletto dai propri cittadini che fa esperimenti sui propri elettori. Addirittura, i laboratori militari hanno volatilizzato germi chimici e batteriologici nei vagoni della metropolitana di New York, sempre “per vedere che effetto fa” su centinaia di migliaia di ignari civili».

A scriverlo (citando il New York Times) nel suo libro Il maiale e il grattacielo, è Marco D’Eramo, corrispondente dagli Stati Uniti che sarà ospite del Festival NoDalMolin al dibattito "America! America!" che si terrà il 7 settembre. Fatti, questi, riportati dalla stampa statunitense – non certo antiamericana, dunque – che gettano un’ombra sinistra sulla politica delle amministrazioni statunitensi.

Se, infatti, il governo nordamericano è disposto, per ragioni scientifiche e militari, a mettere a repentaglio i suoi stessi cittadini, cosa ne può essere della popolazione di una città straniera che ha la malaugurata disavventura di ospitare, suo malgrado, una base militare statunitense? La sconvolgente vicenda di Diego Garcia (di cui si parlerà al Festival il 4 settembre) rappresenta del resto un triste esempio dell’arroganza a stelle e strisce.

È di fronte a fatti come questi che le parole del commissario Costa - «Vicenza non ha nulla da temere da quello che sarà nient’altro che un dormitorio» - si evidenziano come ridicole, superficiali e offensive. Perché, mentre aumentano – come testimoniano gli articoli di stampa – gli episodi di violenza commessi dai soldati statunitensi di ritorno dai fronti di guerra – la salute dei cittadini è messa a repentaglio non solo da un progetto devastante per l’ambiente, ma anche dalle scelte consapevoli del comando militare statunitense, disposto evidentemente a tutto pur di mantenere la sua supremazia tecnologica.

Chi propone – attraverso il Patto per Vicenza – di abbassare la testa di fronte all’imposizione statunitense e di cercare di racimolare, in cambio della resa della città berica, qualche dollaro, si rende complice di mettere a rischio la salute e la sicurezza dei vicentini: a ognuno le sue responsabilità.

sabato 22 agosto 2009

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