PALESTINA: TESTIMONIANZE RACCAPRICCIANTI

Publié le par Centro di Solidarietà Internazionalista

malattie mentali o vittime di guerra?

da infopal
Striscia di Gaza, 100 mila bambini traumatizzati da Piombo Fuso e dall'assedio.
Scritto il 2010-02-15 in News


Gaza. Il direttore del Centro di salute mentale nella Striscia di Gaza, Fadil Abu Hein, ha affermato ieri, domenica 14 febbraio, che oltre 100.000 bambini della Striscia vivono traumatizzati a seguito dell’aggressione israeliana "Piombo Fuso" e che l’ampiezza del fenomeno oltrepassa la capacità del Centro di farvi fronte.

Abu Hein ha descritto al canale “al-‘Alam” alcuni dei sintomi che affliggono i bambini di Gaza: paura a dormire da soli e di uscire senza i genitori, incontinenza a letto, sbalzi di umore, attacchi di panico, specialmente in bambini che prima dell’aggressione erano calmi.

Il direttore del Centro di salute mentale ha puntato l’attenzione sull ’impatto di questi problemi su tessuto sociale, che invece avrebbe bisogno di tranquillità e stabilità, e sulla difficoltà nel trattare questi problemi a causa della crudezza delle esperienze vissute da questi bambini.

Inoltre, molti di essi sono denutriti a causa del disumano embargo israelo-internazionale.



Gerusalemme, piano israeliano per sfrattare ed espellere 20 mila palestinesi.
Scritto il 2010-02-16 in News


Gerusalemme - Pic. Il Centro al-Quds mette in guardia da un piano israeliano per espellere dalle loro case circa 20.000 abitanti di Gerusalemme, dietro il pretesto dell’“abusivismo”. Ciò accelererebbe il processo di giudaizzazione della città.

Il Centro fa sapere che la famiglia di Mari Radayda è stata informata dalle autorità israeliane sarà deportata dal quartiere di Ashqariya, a Beit Hanina. Il Centro sottolinea il fatto che con ciò si vuole punire la famiglia di Mari, ucciso quando guidò un bulldozer contro un’auto della polizia ed un autobus.

Il dipartimento ricerche del Centro accusa le autorità israeliane di perseguire una pulizia etnica trasferendo illegalmente masse di palestinesi dalle loro residenze con il pretesto che le autorità non ne riconoscono la
legittima proprietà e che essi non sono in possesso di carte d’identità di tipo “blu”.

La politica seguita da Israele è infatti quella della “sostituzione”, poiché porta a vivere degli ebrei negli stessi luoghi da cui sono stati cacciati i palestinesi.

Dal canto suo, la Fondazione al Maqdisi per lo sviluppo sociale ha fatto sapere che Israele ha notificato a dei residenti palestinesi che vivono in un complesso di 32 appartamenti a Beit Hanina che le loro case saranno demolite, sebbene vi vivano circa 160 persone, perlopiù bambini.

Il “Jerusalem Post” riporta inoltre che il Consiglio municipale della città santa ha predisposto la demolizione di decine di case palestinesi nel quartiere di Silwan. Il presidente del Consiglio municipale, Nir Barkat, ha infatti dato l’ordine alla sua squadra di prepararsi, in coordinamento con polizia.

Ma i “palestinesi del ‘48” denunciano il vice ministro degli Esteri Danny Ayalon per aver dichiarato che questi palestinesi vanno deportati nelle terre poste sotto il controllo dell’Anp. Al quotidiano “Al-Sharq al-Awsat” egli aveva infatti dichiarato che gli “arabi di Israele non perderanno nulla” se andranno a vivere nelle terre del futuro “Stato palestinese”.

I parlamentari “arabi& rdquo; del parlamento israeliano, invece, deplorano con forza queste affermazioni e sottolineano che i “palestinesi del ‘48” sono i veri proprietari delle terre, mentre gli israeliani, portati qui da tutte le parti del mondo, sono quelli che devono lasciare la Palestina

da infoaut
16.02.2010 Stampa articolo Afghanistan, l'accusa di Emergency:
"Vergogna!"conflitti globali


Lettera aperta dell'infermiere capodell'ospedale di Emergency a Lashkargah, dove arrivano i civili feritinell'offensiva alleata contro al vicina città di Marjah. Anche bambinidi 7 anni.
[da Peace Reporter]


Vergogna


E' quella che proviamo tutti qui all'ospedale di Emergency a Lashkargah, Afghanistan, dopo l'inizio dell'ennesima 'grande operazione militare', che ogni volta è la più grande... Un profondo senso di vergogna per quello che la guerra, qualsiasi guerra, fa. Distruzione, morti, feriti. Sangue, pezzi di carne umana. Urla feroci e disperate. Non fa altro.

Ma qualcuno ancora pensa che sia un buon modo per esportare 'pace e democrazia'. In effetti la pace la stavano portando anche a Said Rahman, noto 'insurgent' della zona, ma quella eterna però. Si è beccato un proiettile in pieno petto, di mattina presto, mentre era in giardino.
Non stava pattugliando la zona, non stava combattendo, non stava mirando nessuno. Non ha nemmeno visto da dove arrivava il proiettile che ha ancora nel corpo e che gli ha sfondato il polmone di destra. Ha solo sentito un gran bruciore e poi è svenuto dal male. L'hanno trasportato in elicottero fino a Lashkargah, gli stessi elicotteri che prima sparano, poi in ambulanza nel nostro centro chirurgico per vittime civili della guerra, abbastanza instabile ma con il suo orsacchiotto di peluche nuovo di zecca, re galo della democrazia.

Sembrava avesse la gobba da tanto sangue si era raccolto nella schiena.
E'  stato operato subito, gli hanno messo due drenaggi toracici, quasi più grandi di lui. Perché il noto 'insurgent' ha sette anni. Sette. Questa è la 'grande operazione militare', la più grande. Vergogna.

Matteo Dell'Aira (Infermiere capo dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, Helmand)
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